Chi conosce l'Amazzonia e i suoi abitanti depositari di sapienza millenaria oggi in pericolo di estinzione culturale?
Terra di conquista, meta di esplorazione o di percorsi esperienziali, l'Amazzonia seduce l’immaginario collettivo con l'idea di un mondo “ancora indeterminato come nel mattino della creazione”, ma contemporaneamente minacciato ogni giorno di scomparsa insieme ai nativi che ne conoscono i segreti.
La nostra proposta itinerante vuole celebrare la diversità culturale offrendo alle scuole e al pubblico più vasto la possibilità di conoscere in prima persona il patrimonio naturalistico e antropologico del più grande bacino di biodiversità del pianeta, attraverso l'esperienza diretta: racconti per immagini, presentazioni audiovisive, cinema, seminari, mostra fotografica, condivisione esperienziale, set fotografico, con la presenza straordinaria di importanti maestri nativi, dell'etnia Xavante e Krenak.
Vogliamo quindi mettere al centro dei nostri incontri il sapere antico dei "guardiani della terra", sensibilizzando gli studenti sul patrimonio culturale di cui sono portatori e sui problemi che riguardano questa parte del pianeta troppo spesso dimenticata. Con questa molteplice offerta, si darà modo al pubblico di conoscere un ecosistema straordinario nel quale l’uomo, creatura di minoranza, vive in una sorta di solidarietà mistica con il mondo animale e vegetale, stabilisce un rapporto simbiotico con la natura selvaggia, perpetua tradizioni, canti, danze, credenze religiose, si cura con la farmacopea della selva, coltiva il sogno come mezzo di accesso al trascendente.
Ospiti
(tour italiano)
DIOGO AHMO JURUNA: tribu’ Xavante, figlio di Mario Juruna
SHERLEY DJUKURNA: tribu’ Krenak, divulgatrice della cultura Krenak
ARMANDO SAMPAIO LACERDA: regista del documentario “Jurura, o Espirito da floresta”
MONACO DI BAVIERA, 10. - 18.03.2018
TRENTO 23 - 24.03.2018
TEPEE è la rivista del Comitato di Solidarietà per le popolazioni indigene d'America, per riceverla per il 2018 la donazione liberale minima suggerito è di € 20: c/c postale n. 33770108 intestato a SOCONAS INCOMINDIOS, onlus, via S. Quintino 6, 10121 Torino, codice IBAN: IT91 T076 0101 0000 0003 3770 108, codice SWIFT: 3PPIITRRXXX, Codice Fiscale: 97536340017. Per informazioni: naila.clerici@soconasincomindios.it
PATRIZIA GIANCOTTI
Docente di antropologia all'università S. Freud di Milano, brasilianista, fotografa, scrittrice, ideatrice e conduttrice di programmi per la Radio nazionale italiana Patrizia Giancotti, ha abitato in Brasile per oltre dieci anni, passando lunghi periodi nelle regioni del Mato Grosso, Rio Grande do Norte, Bahia, Roraima, Amazonia, Acre, insieme ai nativi Pataxo, Xavante, Yanomami, Kaipò.
Il lavoro che presenta è un viaggio visivo e sonoro che, partendo da aspetti storici e testimonianze raccolte sul campo, arriva fino al cuore della biodiversità, della cultura indigena, al racconto della quotidianità in completa simbiosi con la natura, all'universo magico-religioso. Con i suoni del vento, del fiume, degli animali e delle foglie, della festa e del rito e i testi di Claude Lévi Strauss, Werner Herzog, Mario De Andrade, Caetano Veloso, Tom Jobim, Cacique Pataxo, Benjamin Waparià Xavante.
Un tuffo in un mondo misterioso, prezioso e sconosciuto.
Maggiori informazioni su Patrizia Giancotti
ARMANDO SAMPAIO LACERDA
Regista del film documentario “Jurura, o Espirito da floresta”.
Incontro con il regista, realizzatore del film-documentario JURUNA, O ESPIRITO DA FLORESTA.
Sottotitoli in inglese.
Proiezione del film e dibattito. Partecipazione di Diogo, figlio di Mario Juruna, durante il dibattito.
Armando Lacerda ha diretto oltre quindici documentari, molti dei quali premiati, come A Guerra do Contestado (regia e produzione, 1999, per la TV Câmara; Premio “Campânula de Prata” all’8º Festival del Cinema Ambientale di Seia, in Portogallo), episodio storico d’importanza antropologica e sociale nel sud del Brasile, seppur ignoto al grande pubblico.
Giornalista e cineasta per l’Università di Brasilia, professionista dal 1973, Lacerda ha scelto di mostrare argomenti sociali seguendo una ben precisa linea politica. Non è un caso che, per il suo esordio alla regia di un lungometraggio, abbia scelto Juruna, lo Spirito della Foresta, che abborda temi quali la storia del Brasile e dell’etnia indigena, per inculcare valori civici e principi umanitari.
Tra i suoi film:
-Arraes Taí (co-regia,1979)
-Taguatinga em Pé de Guerra (regia, 1980)
-O Sonho não Acabou, di Sérgio Rezende (assistenza alla regia, 1982)
-O Evangelho Segundo Teotônio, di Vladimir Carvalho (produzione, 1986)
-Janela para os Pireneus (regia e produzione, 1996)
-A Guerra do Contestado (regia e produzione, 1999, per la TV Câmara)
-Thomaz Farkas (direzione e produzione, 2000, per la TV Câmara)
Film JURUNA, O ESPIRITO DA FLORESTA
Unico indio ad aver occupato un seggio in Parlamento, Mário Juruna è omaggiato, nel film, a partire dalla sua biografia, presentata dal figlio primogenito – Diogo Amhó – che va alla ricerca dei parenti e, per mezzo di loro, riscatta la memoria del padre e la trama della sua storia, all’interno del complesso mondo dei popoli indigeni. Mário Juruna è stato la voce contundente dei popoli indigeni nel denunciare il genocidio e l’ignoranza delle autorità nei confronti di questa cultura. La presenza viva della testimonianza indigena è, dunque, il filo conduttore della trama del film. Essa delinea il panorama della resistenza e della sopravvivenza delle comunità indigene, dinanzi all’avanzata della “civiltà”; propizia, inoltre, una riflessione sulla congiuntura socio-politica brasiliana, dalla metà del XX secolo fino ai giorni nostri.
MARIO JURUNA
MÁRIO JURUNA nacque nel 1943, un’epoca in cui gl’indios del Brasile Centrale erano attaccati da banditi armati e espulsi dalle loro terre. I suoi parenti più anziani raccontano nel film gl’incontri con i bianchi. “Tragedia della civiltà” nelle parole del cacicco Aniceto Suzauvera.
“L’intelligenza è la clava di Mário”, dice il cacicco, narrando nel film la sua attività a Brasilia.
Indio indignato fin da giovane, Juruna fu criticato dai cacicchi per la sua scelta di partecipare alla politica dei bianchi. A 30 anni, però, vuole prendere in parola quegli uomini bianchi e, con un mangiacassette, obbligarli ad assumere impegni. Juruna si mise in rilievo nell’affermare i diritti dei popoli indigeni, ma anche nella lotta per l’apertura politica in Brasile.
Nella Camera, ampliò la sua leadership e gli obiettivi delle sue rivendicazioni, ma si ritrovò nell’occhio di un ciclone di forze terribili e reazionarie. L’annullamento del suo mandato fu più volte richiesto, addirittura dallo stesso presidente, il generale João Figueiredo. Soffrì maltrattamenti dopo lo spoglio delle urne, nelle elezioni del 1986. Sconfitto, si congedò dalla Camera con un discorso emozionante. La sua storia è densa e ricca d’ispirazione. Sopravvisse vittorioso fino alla morte, avvenuta a 59 anni per problemi di salute.
Mário Juruna fu il riflesso del suo tempo, del suo paese e della sua gente e, nel secolo che inizia, è ancora un esempio nella difesa dei popoli indigeni, minacciati per tutti gli ultimi 500 anni.
(segue FILM_colonna sx).
Lo scandalo, negli anni ’60, dell’invasione dell’area indigena di Marãiuasede, ai confini della foresta amazzonica, per crearvi la Fazenda Suiamissú, controllata da alcune imprese italiane. In tale occasione “morirono molti bambini, bambine, ragazzi, ragazze, anziani e anziane” denuncia il cacicco Aniceto Suzauera, anch’egli un eroe degli índios Xavante. Per illustrare con ricchezza di dettagli la biografia di Mário Juruna, il regista Armando Lacerda si avvale di brani inediti della sorprendente traiettoria percorsa dal leader xavante Mário Juruna fino al suo ingresso nella vita pubblica. La ricerca ha portato alla luce foto e testimonianze diverse e inedite di antropologi; indigenisti e cineasti, ammiratori dell’ex deputato, ampliano il ritratto contestualizzato del suo personaggio, oggi quasi leggendario.
SHIRLEY DJUKURNA KRENAK
Incontri e seminari sulla storia (passata e attuale) del popolo Krenak.
Un viaggio condotto da Shirley attraverso la lingua, la musica (flauto), il canto, la danza, la pittura, la religione. Leader dell'etnia Krenak erroneamente considerata estinta già negli anni '70, Shirley è la discendente di un grande cacique, un capo che ha saputo infondere coraggio e valori identitari alla sua gente. Insegnante, Shirley è una abile story teller, narra miti e leggende del suo popolo che trasmettono insegnamenti importanti per la vita, insegna significati e tecniche di pittura corporea, danze rituali, canti e usanzeKrenak volte a consolidare senso di appartenenza e solidarietà tra gli uomini, estendibili a tutti gli esseri viventi. Carismatica e coraggiosa, da anni lavora per la divulgazione della cultura del suo popolo, travolto insieme a tutta la popolazione dell'area, nel devastante disastro ecologico provocato dalla rottura della diga del Rio Doce ad opera della cattiva manutenzione messa in atto dalla impresa mineraria Vale proprietaria delle miniere di ferro.
KRENAK
film 2017 nel quale Shirley Diukurna è protagonista
Dr. WOLFGANG KAPFHAMMER
Wolfgang Kapfhammer é professore alla Facoltà di Etnologia presso l'Università LMU di Monaco. Le sue aree di studio sono: l'antropologia delle religioni, la cosmologia e le popolazioni indigene dell'Amazonia. Ha trascorso diversi periodi di lavoro e studio con la popolazione Sateré-Mawé dell'Amazonia del sud, in Brasile. Sta attualmente lavorando in un progetto di ricerca sulla relazione tra i cambiamenti religiosi e l'ambiente tra i Sateré-Mawé.
Dr. JULIAN BURGER
Professore alla Università di Essex del centro di diritti umani, specializzato sulle minoranze dei popoli indigeni. È anche membro del Consorzio per i diritti umani presso la School of Advanced Study, Università di Londra, dove insegna corsi sull'America Latina e diritti umani.
Dal 1989 al 2010, Dr Burger ha lavorato presso l'ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani a Ginevra, dove ha diretto il programma sulle popolazioni indigene e le minoranze, in particolare organizzando i negoziati sulla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene adottata nel 2007. Ha fatto parte del gruppo organizzativo per la Conferenza mondiale sui diritti umani del 1993 a Vienna e per la conferenza sul razzismo del 2001 a Durban e il seguito loro rivolto. Per due anni è stato vicedirettore della Commissione indipendente per le questioni umanitarie internazionali, un gruppo di esperti di alto livello creato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove era responsabile di portare avanti documenti di ricerca e di politica, compreso il suo rapporto finale all'UNGA. In precedenza, il Dr Burger era direttore di ricerca di Anti-Slavery International, considerata la più antica ONG per i diritti umani del mondo. Julian Burger ha insegnato in numerose università in tutto il mondo e ha pubblicato principalmente su popoli indigeni e diritti umani. Il suo primo libro "Rapporto dalla frontiera: lo stato delle popolazioni indigene del mondo" è stato pubblicato nel 1987 ed è stato uno dei primi sforzi per valutare l'impatto della globalizzazione sulle popolazioni indigene.
SARAH SHENKER
Senior Campaigner BRASILIEN Survival International - www.survivalinternational.org
Dr. CARLOS ANTONIO SOARES PINTO
Nato a San Paolo, laureato in Sociologia e fondatore di “Salve Foresta” e la “Rainforest Academy” nel 1994. La Foresta Pluviale atlantica è stata dichiarata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità nel 1992. Dal punto di vista biologico questa area ha un ecosistema straordinariamente ricco. La ricchezza delle specie nella “Mata Atlântica” (Foresta Atlantica) è notevole, anche superiore alla biodiversità della Foresta Pluviale dell'Amazonia. A causa della diverse altitudini e latitudini, c'è una straordinaria diversità di flora e fauna. E' risaputo che ci sono più di 1,5 milioni di specie diverse, molte delle quali si trovano solo nella Foresta Pluviale Atlantica. “Salve Foresta” è un'organizzazione tedesco-brasiliana che, insieme alle popolazioni indigene, lavora per salvare la Foresta Pluviale. La finalità principale dell'associazione é “promuovere progetti che ripristinino la simbiosi tra cultura umana e natura”. Noi possiamo salvare la foresta se aiutiamo le persone che vivono lì. taz. die tageszeitung vom 24. 1. 1997 Wirtschaft und Umwelt (Business and Environment). IM TAZ-ARCHIV
CHRISTIAN RUSSAU
Christian Russau, autore e attivista, è nato a Berlino nel 1969. Studiò a Berlino e Sao Paulo scienze politiche, filosofia e letteratura latino americana (1988 – 1995).la sua tesi fu sulla teoria della politica di Hannah Arendt. Conosce il Brasile dal 1989 e lavora già da anni sulla conseguenza che grandi progetti industriali hanno sui diritti umani e sull’ambiente. Il focus del suo lavoro è principalmente il monitoraggio delle aziende tedesche in Brasile. Lavora in varie ONG, tra le quali Centri di ricerca e di documentazione Chile-Latino America (FDCL) di Berlino, la KoBra – Cooperazione Brasile di Friburgo e con il gruppo Contro corrente, organizzazione che opera sulle conseguenze degli sbarramenti di fiumi e costruzioni di centrali idroelettriche nel mondo intero. Scrive regolarmente su riviste mensili quali Latino America notizie. È membro della direzione della associazione di azionisti critici, entità con cui vengono comprate 1 azione di ogni azienda per potere entrare nelle assemblee annuali degli azionisti e utilizzare il diritto e la voce di fronte a 10.000 azionisti e nel caso attaccare l’azienda pubblicamente. Tutte le sue pubblicazioni le trovate online: www.outro-mundo.org
È nato a Torino nel 1958. Vive e lavora a Torino, a Rio de Janeiro e in viaggio. Fotografo professionista e organizzatore di eventi e progetti culturali. Dal 1974 si occupa di fotografia, etnologia, antropologia visuale, scienze sociali e della comunicazione. Oggi dirige la ONG Para Ti di Rio de Janeiro impegnata nel sostegno di centinaia di bambini delle favelas e delle loro famiglie. Qui svolge attività culturali, artistiche, pedagogiche ed educative. E’ impegnato in ricerche culturali, con i media della fotografia e della letteratura, nell’ambito dello sviluppo responsabile. Dopo gli studi in Scienze della Terra all’Università di Torino, dal 1985 al 1995 ha lavorato come account pubblicitario per Sole 24Ore, Corriere della Sera e altre testate... Ora impegnato su nuovi progetti www.lastampa.it/unaltrosguardo - http://unaltrosguardo.wordpress.com - www.turinphotofestival.com - www.parationg.org .
GRAZIE MAURO per averci concesso la banca dati degli articoli tematici, da lui scritti e pubblicati.
Foto di RENATO SOARES
Renato SOARES (Sao Paulo – Brasile). Fotografo e documentarista, specializzato nel testimoniare fedelmente arte, cultura, biodiversità del paese brasiliano.
Dal 1986 viaggia per ritrarre le diverse forme di espressione culturale dei vari gruppi indigeni, immersi per lungo periodo in villaggi e riservePer Renato Soares il suo progetto vuole essere una forma di riscatto, attraverso le immagini di questi personaggi ancestrali, le quali radici sprofondano anche nella sua anima di brasiliano. Ameríndios è un grande archivio etnografico, mai realizzato fino ad ora, un documento prezioso di immagini di popoli autocnoni brasiliani.
Alla mostra fotografica, Renato Soares abbina la visione di testi e materiale didattico, conferenze e seminari, proiezione video.
Collabora con le redazioni di National Geographic e Scientific American.
Alcune delle sue foto saranno esposte al Louvre di Paris
il 20, 21, 22, Ottobre 2017
Il Brasile sta vivendo un periodo storico molto difficile, di crisi economica e morale
La questione indigena è oggi una tematica attuale e cruciale
Lo sterminio dei popoli indigeni, avviato nei secoli delle conquiste nel nome del "progresso" dalle società industrializzate, non si è mai arrestato; basti pensare dei cinque milioni di nativi presenti in Brasile all'arrivo dei portoghesi, oggi ne sono rimasti circa 700 mila. Con questa iniziativa vogliamo mettere al centro la sapienza di questi antichi popoli e la bellezza impressionante che vive in simbiosi con un ecosistema ricchissimo la cui scomparsa e il cui degrado riguardano l'intera umanità.
Negli ultimi 500 anni gli indigeni del Brasile hanno visto sottrarsi la loro terra, fertile, ancestrale, area di caccia e di pesca, fonte di sostentamento, terra sacra di sepoltura, divenuta oggi area di allevamenti o di monocultura, piantagioni di soia, in cambio di malattie, depressione, alcolismo e suicidi.
Da sempre gli indigeni subiscono razzismo, genocidio e discriminazioni, in nome della civilizzazione. Una guerra tra i proprietari di oggi e i proprietari di ieri, quei popoli indigeni ai quali non si riesce o non si vuole restituire dignità e giustizia. Tra i circa 250 gruppi di indios che abitano il Brasile e sono in condizioni di pericolo ricordiamo: gli Enawenenawe del Mato Grosso minacciati da un progetto di 77 dighe; i Kaipò dello Xingù vittime del progetto Belomonte; gli Yanomami di Roraima; uccisi per il possesso della terra e intossicati dal mercurio dei cercatori d'oro; gli Awà del Maranhao che scappano da ruspe e motoseghe gli Uru Eu WauWau minacciati nella loro integrità fisica dagli allevatori.
Nonostante i diritti territoriali della tribù siano stati riconosciuti ufficialmente nel 1991 e l'Onu il 13 settembre 2007 abbia approvato la Dichiarazione sui Diritti dei popoli indigeni, per corruzione, interessi economici, inerzia e mancanza di volontà politica, le leggi non vengono rispettate.
Ciò che sta cambiando, a detta di Francesca Casella – direttrice di Survival Italia, è l’atteggiamento dell’opinione pubblica.
Questo e’ il nostro piccolo contributo: mostrare il valore e la bellezza dell'Amazzonia e dei suoi abitanti, sensibilizzare sui drammatici problemi che sono connessi, coinvolgendo ragazzi, insegnanti e fruitori degli eventi che andremo ad organizzare. Un invito alla riflessione che può scaturire dall’incontro con indigeni brasiliani che sono personalità di spicco e con studiosi e registi di vari paesi, che si operano nel divulgare l'importanza di un patrimonio culturale e di biodiversità, oggi più che mai minacciato, che non ha uguali nel pianeta .
Dr. Julian Burger
Dr. Daniel Everett